Al monte degli Ulivi

Vangelo secondo Luca 22,41-42

<<Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e inginocchiatosi, pregava: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”>>

Anche Gesù, che è sia uomo che Dio, ha paura. Ha paura della sofferenza, del disprezzo, della morte atroce in croce. In questo si vede la sua umanità, Egli si riveste del dolore umano fino alla massima sofferenza possibile, e prima di questa sofferenza sperimenta anche la paura e l’angoscia. Tutti noi abbiamo provato paura e tristezza, l’ansia e la depressione sono tra i disagi più sentiti attualmente. Cosa significa quella morsa atroce di paura che ti fa battere il cuore a mille, che ti prende allo stomaco, che rende il tuo sudore “come gocce di sangue che cadevano a terra”? Gesù ha provato cosa significa, nella sua Passione ha sperimentato tutto, anche la morsa atroce della paura. Egli vuole che la Passione non venga a compiersi e prega il Padre per questo, ma aggiunge: sia fatta la tua volontà, non la mia. Gesù soffre orrendamente ma accetta la Volontà del Padre. In questa Sua obbedienza ci ama, con questa Sua sofferenza ci salva. Quanto amore c’è nel soffrire tutto questo per la nostra salvezza? Quando soffriamo mettiamo anche noi la nostra sofferenza nelle mani di Dio perchè ci aiuti a portarla, pensiamo che oltre questo dolore ci aspetta la Vita Eterna, la Vita con Dio, la felicità e la beatitudine eterna. Dopo la Passione c’è la Pasqua. Dopo la Croce c’è il Regno di Dio. Aspettiamo il Regno di Dio, viviamo pensando che questa vita non è la sola, e per quanto pensiamo di essere sfortunati, avremo la Consolazione eterna dopo la morte. Questo non vuol dire cercare sofferenze inutili, abbiamo il diritto di essere felici ed il dovere di salvaguardare la nostra salute, ma nelle croci inevitabili della vita volgiamo il nostro sguardo al Cielo. Volgiamo il nostro cuore a Dio che ci ama, ci accoglie e ci consola.

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